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Condominio: il cane abbaia... è la sua natura!

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Capita spesso che, in un contesto condominiale, qualche condomino si lamenti dell’abbaiare del cane di un vicino, manifestando lamentele ed intolleranze (talvolta esasperate!) che, sovente, portano a veri e propri conflitti con il padrone dell’animale.

Premessa fondamentale e punto di partenza di una tale fattispecie è una banale, quanto inconfutabile, realtà: i cani abbaiano!
È nella loro natura che lo facciano ed, a maggior ragione, che lo facciano in “risposta” o reazione all’abbaiare di altri simili e/o di rumori molesti o improvvisi (cagionati, ad esempio, dal passaggio di motorini, dal rumore di sirene, scoppi... se non da altri abitanti dell’edificio).

È consolidato, quanto confermato da copiosa giurisprudenza, che non sia possibile (e non si possa) impedire ad un animale di essere tale e, nella fattispecie, non si possa impedire ad un cane di abbaiare. Nel rispetto della normativa, nonché della regolamentazione condominiale, pertanto, ogni condomino è legittimato a tenere nel proprio appartamento un animale domestico, ovvero, nel caso specifico, un cane.

È doveroso, d’altro canto, che i padroni debbano adoperarsi per educare l’animale e limitare il più possibile il disturbo che questi potrebbe arrecare agli altri. A maggior ragione, tali piccole accortezze diventano fondamentali nelle ore più “delicate” della giornata e nelle ore notturne. Il cane, nelle zone comuni, andrà sempre tenuto al guinzaglio corto e non dovrà essere lasciato libero di correre e/o giocare nelle stesse. Massima attenzione, peraltro, dovrà essere prestata all’igiene, tanto del cane, quanto degli spazi condominiali, dove i padroni devono impedire la produzione di deiezioni o, quanto meno, provvedere a rimuoverle nei casi imprevisti.

L’età stessa del cane ha la sua rilevanza. Un cane molto giovane è pieno di energia e vitalità ed è, soprattutto, in questa fase che i padroni dovranno intervenire (con le dovute riguardose modalità), anche con l’intento di istruirlo.
Alla base di qualsiasi considerazione, comunque, devono sempre prevalere il buon senso e la normale tolleranza che contraddistinguono i c.d. auspicabili “rapporti di buon vicinato”.
Attenendosi a piccoli accorgimenti e con l’ausilio di una buona dose di pazienza e rispetto reciproco, ma, soprattutto, senza il sacrificio dei diritti, tanto degli animali che delle persone, la coesistenza tra umani e cani potrà essere oltre che più serena, anche più piacevole.

Per tutti.

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